Questo mese Nadir ha invitato il fotografo Claudio Cravero.
Vivo e lavoro a Torino (1953). A 18 anni scopro la fotografia attraverso la camera oscura mentre il reportage segna i miei esordi. Durante gli anni ’80 realizzo immagini molto grafiche, condizionato dal mio lavoro di grafico pubblicitario. Alterno la passione per la fotografia a quella per il teatro (1983-1991: attore e tra i fondatori del Fanteatro). I tre progetti più significativi di quegli anni: 1) “Il cielo sopra Torino”: visioni della città in b/n 2) “Tracce” (di cui “Fantasmi” è il suo corollario tuttora in corso): un’archeologia urbana del contemporaneo, anche in versione light box. 3) “Atti ritratti”: documentazione dell’attività in atelier di circa 60 artisti.
1998-2002: uno dei quattro fondatori dell'associazione culturale FINE (Fotografia e Incontri con le Nuove Espressioni) con spazio espositivo no-profit dedicato ai nuovi fotografi. “La grande bouffe” e “History of Violence” sono gli ultimi due lavori. Dal 1985 espongo in Italia e all’estero.
Sia per temperamento, sia perché influenzato da esperienze teatrali, i miei progetti fotografici prendono avvio da un canovaccio che si sviluppa in itinere, un percorso sempre aperto a scarti e deviazioni, determinati dal luogo o dall’incontro umano dell’occasione. La presenza della luce naturale è la costante di tutti i lavori, che rimanda ai classici della pittura, punto di partenza della mia in-formazione. Affascinato dal cinema, negli anni ’70 ne esploro tecnica e resa attraverso mini-racconti fotografici con citazioni a Duane Michals, per approdare a esperimenti di sintesi (un solo fotogramma con 4/5 sovrapposizioni, tutte in ripresa analogica) che racchiudano storie (per esempio artisti nell’atto creativo e performativo in “Atti Ritratti”). L’ironia di Martin Parr guida la realizzazione della mia galleria di personaggi (“Re-tratti”), ma solo per rifrangere l’inevitabile transitorietà delle illusorie certezze del vivere quotidiano, spesso ridotte a puro segno di un “passaggio” destinato all’oblio (“Fantasmi”). Altre volte è semplice atto esorcizzante: la paura della morte, la sua spettacolarizzazione attraverso i media, la pulsione alla violenza tanto irreparabile quanto irresistibile in attimi di follia (“History of Violence”) http://riviste.unimi.it/index.php/AMonline/article/view/697/918. Altre ancora è riflessione e condanna del potere che manipola attraverso la lama affilata di un coltello traditore (La grande bouffe).
Quelle che seguono sono esemplificazioni tratte da alcune serie.
Per una più completa visione dei lavori e schede critiche: www.claudiocravero.com
HofV (History of Violence) Date da bere agli assetati
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HofV (History of Violence) Beslan
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Fantasmi
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Fantasmi (2)
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La Grande Bouffe
(The Last Supper
by Leonardo)
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Atti Ritratti.
Elke Warth |
Atti Ritratti
Jim Hake
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Multiple Personalities
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